Last day in the wonderland
La sveglia è implacabile. Ultimo giorno nella wonderland, ma nessuno ha voglia di buttarsi giú dal letto! Reykjavik e le ultime compere ci aspettano. Siamo un pó frastornati dalle macchine e dalla vita umana della capitale. Un salto a Hallgrímskirkja, la cattedrale futuristica di Reykjavik. Un gatto un pó brighella ci fa compagnia (anche se l’impressione è che preferisca stare per i fatti suoi, da vero cittadino). Una tisana di muschio ed erbe islandesi e via, si ritorna in viaggio. Direzione Grindavik, ridente cittadina sulla costa battuta da un vento incessante. La strada è la stessa che abbiamo percorso dall’aereoporto il giorno che siamo arrivati per raggiungere la capitale. C’è un pó di malinconia nell’aria. Parcheggiate le valigie all’Artic B&B, prendiamo costume ed asciugamano, la Blue Lagoon ci aspetta! Cinque minuti di viaggio circondati da un deserto di lava muschiata ed ecco i fumi del lago termale in cui tra pochissimo ci immergeremo. Sulla strada alcuni operai lavorano su alcune tubature rosse che portano l’acqua giá calda nei dintorni. Ecco l’ingresso della laguna blu. In quattro e quattrotto siamo in costume, l’aria è a 10°. Pochi passi e siamo in acqua. Il colore dominante é il bianco del silicio, l’odore quello dello zolfo, il tepore quello della Terra. Siamo circondati da vapori sulfurei, bocche fumanti, lava, sotto ai piedi sentiamo il fondo irregolare del lago.. Dura la vita. Chiappe al caldo, respiriamo quest’odore che in altre situazioni è considerato ripugnante. Ci cospargiamo il viso con una poltiglia bianca (anche Daniele!) e da veri lagunisti ci aggiriamo per il lago. Una sonora sciacquata alla faccia e ci buttiamo a capofitto in sequenza: bagno turco in caverna di lava, cascata d’acqua, sauna. Dopo queste immani fatiche, ci riposiamo in delle insenature immersi fino al collo.Inizia anche a piovere, che sensazione bizzarra sentire le gocce d’acqua picchiettarti la testa, e non aver la necessitá di cercare riparo. Durissima la vita. Dopo un paio d’ore le nostre membra ci suggeriscono di uscire.
L’ultima sera la passiamo in guesthouse, una breve passeggiata e qualche foto da National Geographic ad alcuni cavalli nella luce del tramonto. Tiro su il piumone e ripenso alle meraviglie della Natura viste in queste ultime due settimane. Sono contenta di cercare questo nel mondo, e non una cittá per fare shopping. È finita, ma questo è solo un arrivederci.
Martina